
Appello per salvare i prigionieri politici in Iran (italiano)
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La Resistenza iraniana ha recentemente rivelato nuove informazioni sul luogo di detenzione di Arghavan Fallahi, una giovane donna di 25 anni, insieme ad altri tre prigionieri politici affiliati all’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI). Questi prigionieri politici sono attualmente sottoposti a torture con l’obiettivo di estorcere loro confessioni forzate e false, nell’ambito di un caso costruito ad arte in relazione agli assassinii di due noti boia del regime clericale, i giudici Mohammad Moghiseh e Ali Razini, uccisi il 18 gennaio 2025.
Unica donna tra questi prigionieri politici, Arghavan Fallahi è stata arrestata il 25 gennaio 2025 nella sua abitazione a Parand, nei pressi di Teheran. Inizialmente è stata trasferita nella sezione 241 del carcere di Evin, controllata dall’Unità di protezione dell’intelligence del potere giudiziario. Dopo quasi cinque mesi di completo isolamento, è stata trasferita in una cella individuale nella prigione di Fashafouyeh (nota anche come Grande Prigione di Teheran), a seguito del bombardamento e dell’evacuazione del carcere di Evin. Da allora, è detenuta in condizioni di fortissima pressione psicologica e fisica, come accade a molti altri prigionieri politici in Iran.
Il caso di Arghavan è seguito dal giudice Iman Afshari, tristemente noto per i suoi verdetti repressivi, presso la 26ª sezione del tribunale rivoluzionario di Teheran — un organo ampiamente utilizzato per perseguitare i prigionieri politici, in particolare i sostenitori dell’OMPI, attraverso condanne severe e violazioni sistematiche dei diritti umani.
Non è la prima volta che Arghavan Fallahi è vittima della repressione del regime. Era già stata arrestata durante la rivolta nazionale del novembre 2022, insieme a suo padre, Nasrollah Fallahi, ex prigioniero politico degli anni ’80 e attualmente anch’egli detenuto a Fashafouyeh.
Gli altri tre prigionieri politici — Bijan Kazemi, Amirhossein Akbari Monfared e suo padre Mohammad Akbari Monfared — sono anch’essi in isolamento e sottoposti a torture. I servizi di intelligence del regime li accusano di essere coinvolti nella morte di Moghiseh e Razini. Attraverso interrogatori violenti, le autorità cercano di costruire una narrazione accusatoria basata su confessioni estorte con la forza.
Di fronte a questa situazione critica, la Resistenza iraniana rivolge un appello urgente all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, al Consiglio per i diritti umani dell’ONU e al Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran affinché intervengano immediatamente. La vita di Arghavan Fallahi e degli altri prigionieri politici è gravemente in pericolo.
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