
Ep. 76: Maurizia Rebola - Dal Salone del Libro alle OGR Torino, una vita nella cultura torinese
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Maurizia Rebola, direttrice delle OGR Torino, racconta una carriera costruita attraverso incontri umani e passione per la cultura. Nata a Carignano negli anni '70 da genitori attivisti del PCI, cresce in una famiglia che le trasmette valori di impegno civile e determinazione. La perdita del padre a 13 anni sul Monviso non spezza il suo legame con la montagna ma la rafforza nella determinazione.Il trasferimento a Torino per l'università nei primi anni '90 segna la scoperta del fermento culturale cittadino. "Mi ricordo gli anni dei Murazzi, gli anni in cui sono nati Africa Unite, Subsonica", racconta, descrivendo anni formativi in cui studio e vita culturale si fondevano.L'ingresso nel mondo professionale avviene per caso nel 1995, come telefonica al Salone del Libro. La sua precisione e iniziativa colpiscono Guido Accornero, avviando una carriera ventennale nell'editoria. Dopo l'esperienza da dipendente, sceglie di diventare consulente spinta da "quella smania di voler vivere mille vite".Fonda la società "Eventualmente" con Palma Daniela Tarantino, lavorando tra Torino e Roma su progetti culturali nazionali. Il passaggio al Circolo dei Lettori rappresenta una maturità professionale, dove incontra Luca Beatrice che diventa "un grande presidente, un grandissimo amico, un fratello".Momento cruciale arriva nel 2017 quando Sergio Chiamparino la chiama per salvare il Salone del Libro dal fallimento. "Butto sempre il cuore oltre l'ostacolo", spiega, riuscendo a organizzare l'evento in cinque mesi e risanarlo finanziariamente.L'approdo alle OGR Torino nel 2020 rappresenta l'ultima evoluzione. "Mi sono rimessa a studiare", confessa, dovendo confrontarsi con innovazione tecnologica e arte contemporanea. Le OGR Torino sono "un pezzo delle sorti di questa città", dove si sperimenta il connubio arte-tecnologia, creando il neologismo "Art Technology" inserito in Treccani.La sua visione di Torino è di "una città perennemente in cambiamento, che non si arrende mai". Non crede in trasformazioni radicali ma in "crescita graduale, costante", sostenuta da fermento culturale che nasce spontaneamente.La filosofia lavorativa si basa su "forza del sorriso, gentilezza, rispetto". È convinta che "vincano sempre rispetto, lealtà e sorriso", principi che guidano un percorso fatto di incontri significativi con personalità come Umberto Galimberti, Yehoshua, David Grossman ed Eduardo Galeano.La storia di Maurizia simboleggia la capacità di Torino di reinventarsi mantenendo la propria identità culturale, trasformando le ex officine ferroviarie in spazi d'avanguardia attraverso passione, competenza e valori umani solidi.