Marc Augé, antropologo francese, ha definito gli spazi come aeroporti, centri commerciali o autogrill come "non luoghi". Sono posti dove l'uomo è incapace di creare una vera relazione con l'ambiente o con le persone che si trovano lì. Eppure anche loro come noi si stanno evolvendo, stanno diventando incubatori di sostenibilità. Scopriamo come da luoghi di consumo si adattano e come diventano ecologici e punti d'aggregazione.

A Spazio Città ci siamo chiesti spesso che materiali preferire per essere più virtuosi e davanti a noi ecco il vetro. Il vetro è composto esclusivamente da materiali naturali, principalmente da sabbia.

Fa parte delle nostre vite da millenni ciò nonostante dopo una sequenza di fasi può essere riciclato e reimmesso nel mercato quasi all'infinito. L'oggetto riciclato non perde qualità e riesce a svolgere perfettamente la sua funzione.

Scopriamo come possiamo anche noi recuperare scarti e conferire loro una nuova funzione.

La città di Oslo, grande esportatrice di gas naturale, per pareggiare i suoi conti inquinanti decide di diventare carbon neutral entro il 2030; a sostegno di questa battaglia arriva lo studio norvegese Snøhetta. Più che uno studio si configura come collettivo e fa partire la sua battaglia per la sostenibilità proprio dalla sua configurazione interna; uno studio in cui tutti hanno voce. Passa appunto da progetti come l'Opera House, sostenibile in modo maggiore a livello d'integrazione sociale ed urbana, alla torre per uffici Powerhouse che necessità del 70% in meno di energia rispetto ad edifici tradizionali della stessa tipologia. Capiamo insieme a loro che la sostenibilità è un percorso tortuoso ma possibile dove convivono natura, architettura e essere umani.