Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! Podcast Por Graziana Filomeno - italiano online arte de portada

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!

De: Graziana Filomeno - italiano online
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Impara l’italiano con LearnAmo – grammatica, esercizi, video e tanto altro ancora!Copyright © 2024 LearnAmo di Graziana Filomeno Aprendizaje de Idiomas Educación
Episodios
  • Le Espressioni Italiane per Dire “No” o “Non c’è problema”: Alternative
    May 21 2025
    Le espressioni di negazione o di minimizzazione in italiano sono ricche di sfumature che riflettono la cultura e lo stile comunicativo italiano. In questo articolo esploriamo le differenze tra queste espressioni comuni, analizzando il loro significato, il contesto d'uso e le sfumature emotive che trasmettono. Dire di "NO" in modo NATURALE in italiano MACCHÉ "Macché" è un'espressione di negazione forte e decisa, spesso usata per contraddire un'affermazione o un'idea precedente. È più informale ed energica di un semplice "no". Significato: Assolutamente no, per niente, neanche per idea. Contesto d'uso: Si usa quando si vuole negare con enfasi qualcosa che è stato detto o suggerito. Esempi: Sei arrabbiato con me? - Macché, sono solo stanco. Hai paura di volare? - Macché, mi piace molto! Pensi che abbia ragione lui? - Macché, sta dicendo assurdità! Tono emotivo: Deciso, a volte con una nota di sorpresa per l'idea che si sta negando. Può essere accompagnato da un gesto della mano che "taglia l'aria" per enfatizzare la negazione. CI MANCHEREBBE "Ci mancherebbe" è un'espressione che indica che qualcosa è ovvio o scontato, spesso usata per dire che si è felici di fare qualcosa per qualcuno. Significato: Figurati, è ovvio, ci mancherebbe altro (che non lo facessi). Contesto d'uso: Si usa per accettare di fare qualcosa, sottolineando che è naturale o scontato farlo. Esempi: Grazie per avermi aiutato. - Ci mancherebbe, è un piacere. Ti dispiace se prendo in prestito il tuo libro? - Ci mancherebbe, prendilo pure! Posso disturbarti un attimo? - Ci mancherebbe, dimmi pure. Tono emotivo: Cordiale, gentile, disponibile. Spesso pronunciato con un tono che suggerisce una leggera sorpresa che l'altra persona pensi di dover chiedere permesso o ringraziare. Origine: L'espressione completa sarebbe "ci mancherebbe altro", sottintendendo "mi mancherebbe solo questo", cioè sarebbe assurdo se non facessi questa cosa per te. FIGURATI "Figurati" è simile a "ci mancherebbe" ma può essere usato in più contesti diversi. Significato: Non c'è di che, non è un problema, è una cosa da nulla. Contesto d'uso: Si usa principalmente in risposta a un ringraziamento o a una richiesta di permesso, per minimizzare l'importanza di ciò che si è fatto. Esempi: Grazie per il passaggio. - Figurati, era sul mio percorso. Scusa se ti disturbo. - Figurati, dimmi pure. Mi dispiace per il ritardo. - Figurati, ho appena finito di prepararmi. Tono emotivo: Informale, amichevole, spesso pronunciato con leggerezza. ASSOLUTAMENTE (come esclamazione) Usato come esclamazione, "assolutamente" può funzionare come una conferma enfatica o una negazione forte, a seconda del contesto e dell'intonazione. Significato: Certamente, senza dubbio (in senso positivo) o assolutamente no (in senso negativo). Contesto d'uso: Si usa per enfatizzare un'accettazione o un rifiuto. Esempi: Vuoi venire con noi al cinema? - Assolutamente! (sì) Credi che dovremmo rinunciare? - Assolutamente no! (no) È necessario prenotare in anticipo? - Assolutamente (sì), soprattutto nei weekend. Tono emotivo: Enfatico, deciso, a volte formale. È un'espressione che comunica convinzione e sicurezza. MA TI PARE? Questa espressione interrogativa retorica esprime sorpresa o negazione di fronte a qualcosa che si considera assurdo o improbabile. Significato: Ti sembra possibile? Credi davvero? (implica una risposta negativa) Contesto d'uso: Si usa per respingere un'idea o una proposta considerata assurda, o per rassicurare qualcuno che sta chiedendo scusa per qualcosa di minimo. Esempi: Scusa se ti ho disturbato. - Ma ti pare? Non mi hai disturbato affatto. Pensi che io abbia rovinato la festa? - Ma ti pare? È stata bellissima!
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  • 10 Curiosità Divertenti su Gabriele D’Annunzio
    May 18 2025
    Gabriele D'Annunzio non fu solo uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo, ma anche un personaggio eccentrico e poliedrico che ha lasciato un'impronta indelebile nella cultura italiana. Poeta, romanziere, drammaturgo, militare e persino "principe" di una città-stato, D'Annunzio visse una vita al limite dell'incredibile. Scopriamo insieme dieci curiosità sorprendenti che rivelano aspetti inediti e affascinanti della sua straordinaria esistenza. Oltre il Mito: Il D'Annunzio che Non Ti Aspetti 1. IL RE DEL MARKETING PERSONALE D'Annunzio fu un maestro dell'autopromozione, un precursore delle moderne tecniche pubblicitarie. Arrivò a diffondere false notizie sulla propria morte per aumentare le vendite dei suoi libri e l'interesse del pubblico verso la sua persona. Nel 1922 inscenò persino una caduta dalla finestra del Vittoriale, che descrisse poi come un "volo dell'arcangelo", trasformando un banale incidente domestico in un evento mistico-letterario. La sua abilità nel creare eventi mediatici era leggendaria: quando pubblicava un nuovo libro, organizzava vere e proprie campagne promozionali con manifesti, interviste e apparizioni pubbliche studiate nei minimi dettagli. Per il lancio del romanzo "Il Fuoco", fece spargere la voce che fosse basato sulla sua relazione con la famosa attrice Eleonora Duse, causando uno scandalo che si tradusse in vendite straordinarie. 2. IL COLLEZIONISTA DI DENTI E ALTRI CIMELI MACABRI Tra le sue stranezze più bizzarre, conservava i denti che gli cadevano o che gli venivano estratti, sistemandoli in piccole scatole di velluto con tanto di data dell'estrazione e talvolta brevi poesie dedicate all'evento. Ma la sua passione per i cimeli macabri non si fermava qui: collezionava ciocche di capelli delle sue amanti, guanti femminili, fazzoletti con tracce di profumo e persino lenzuola "testimoni" di notti d'amore particolarmente memorabili. Al Vittoriale degli Italiani, sua residenza sul Lago di Garda, aveva creato una vera e propria "stanza dei ricordi" dove conservava questi oggetti insieme a reliquie di guerra e cimeli storici. Tra gli oggetti più strani c'era una mano mummificata che sosteneva appartenesse a un eroe risorgimentale e che usava come fermacarte sulla scrivania. 3. L'INVENTORE DI PAROLE CHE USIAMO OGNI GIORNO Il suo contributo alla lingua italiana è stato enorme e spesso sottovalutato. Molte parole che usiamo quotidianamente sono state inventate da lui: "velivolo" per indicare gli aeroplani, "tramezzino" per il sandwich, "fusoliera" per la parte centrale degli aerei e persino "scudetto" nel gergo calcistico sono creazioni dannunziane. Scopri tutte le parole che gli scrittori italiani hanno inventato (D'Annunzio e non solo)! Anche espressioni come "la bella morte", "il vivere inimitabile" e "il vivere pericolosamente" sono entrate nel linguaggio comune grazie a lui. D'Annunzio creava neologismi con una facilità sorprendente, mescolando termini arcaici, dialettali e inventando nuove combinazioni. Durante il periodo di Fiume, quando governò la città come un principato personale, arrivò persino a creare un vocabolario ufficiale per la sua "città ideale", con termini che mescolavano italiano, dialetti locali e parole inventate di sana pianta. 4. IL DONGIOVANNI INSTANCABILE E LE SUE TECNICHE DI SEDUZIONE Nonostante fosse di bassa statura (appena 1,64 m), calvo precocemente e non particolarmente avvenente, ebbe una vita amorosa leggendaria con centinaia di amanti documentate e probabilmente molte altre rimaste segrete. Il suo segreto? Una straordinaria eloquenza e la capacità di scrivere lettere d'amore indimenticabili. Aveva sviluppato tecniche di seduzione uniche: profumava la sua carta da lettere con essenze create appositamente per ogni donna, studiava attentamente i gusti letterari delle sue "prede" per citare nei suoi approcci i loro autori preferiti,
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    13 m
  • Tutti i Modi e Tempi Verbali Italiani: Guida Completa all’Uso Corretto
    May 14 2025
    Conoscere e usare correttamente i modi e tempi verbali italiani è fondamentale per comunicare con chiarezza ed efficacia. In questo articolo scopriremo insieme i modi e i tempi verbali italiani e come usarli nel modo giusto. Scopri Come e Quando Usare i Tempi Verbali Italiani IL MODO INDICATIVO L’indicativo ha 8 tempi verbali. 1. PRESENTE Si usa per esprimere: Azioni che avvengono nel momento o nel periodo in cui si parla: Esempi: Oggi mangio la pasta. Adesso parlo con un’amica. Azioni abituali, che si ripetono nel tempo: Esempi: Ogni mattina bevo un caffè. Lucia lavora in ufficio dal lunedì al venerdì. Esempi: Il sole sorge a est. L’acqua bolle a 100°. Azioni in un futuro programmato e imminente (informale): Esempi: Domani parto per Roma. La prossima settimana vado dal dentista. Ceniamo insieme venerdì prossimo? Azioni cominciate nel passato e che proseguono ancora nel presente, usando VERBO AL PRESENTE + DA + periodo di tempo: Esempi: Vivo a Firenze da tre anni. Lavora in questo ufficio da due mesi. Michelangelo Buonarroti nasce il 6 marzo 1475 in provincia di Arezzo. Come si forma il presente indicativo in italiano? 2. PASSATO PROSSIMO Si usa per esprimere: Un’azione passata che ha ripercussioni sul presente: Esempi: Mi sono trasferita in questa casa due mesi fa. Roberto si è laureato in Ingegneria. Azioni che si sono svolte e concluse in un determinato periodo di tempo nel passato: Esempi: Ho vissuto a Roma per due anni. ATTENZIONE! Oggigiorno, si utilizza il passato prossimo al posto del passato remoto, ormai quasi solo relegato in qualche regione italiana, nella lingua parlata, o nella narrativa. Perciò, usiamo anche il passato prossimo per esprimere: Azioni avvenute e concluse una volta (o un determinato numero di volte) in un momento preciso del passato: Esempi: Da bambina, ho incontrato il Presidente tre volte. Ieri sono andata al cinema. Ho preso l’aereo per la prima volta a 3 anni. Ho preso l’aereo 10 volte in tutta la mia vita. Come si forma il passato prossimo in italiano? 3. TRAPASSATO PROSSIMO Si usa per esprimere: Un’azione successa ancora prima di un’altra nel passato: Esempi: Quando io sono arrivata in ufficio, il capo era già andato via. Lucia ha completato il compito che le aveva assegnato il professore. Qualcosa che non era stato fatto prima (ma che poi si è fatto): Esempi: Non avevo mai mangiato il tofu, ma è veramente buono! (ora l’ho mangiato) Non ero mai stata a Parigi: che bella città però! (ora ci sono stata) ATTENZIONE! Se vogliamo comunicare che non abbiamo fatto qualcosa (e ancora adesso non l’abbiamo fatto), si deve usare il passato prossimo: Esempi: Non sono mai stata a Parigi. (ancora adesso non ci sono mai andata) Non ero mai stata a Parigi. (ma adesso sì) Qualcosa che era già stato fatto prima, e che viene fatto ancora una volta: Esempi: Avevo già mangiato il tofu: è proprio buono! (l’ho mangiato in passato e lo sto mangiando ora) Come si forma il trapassato in italiano? 4. IMPERFETTO Si usa per esprimere: Descrizioni nel passato: Esempi: Ieri era proprio una brutta giornata: il cielo era coperto di nuvole scure, il vento soffiava forte e le strade erano deserte. La maestra aveva i capelli lunghi e ricci, gli occhi erano verdi e il suo sorriso sembrava sempre gentile. Azioni abituali al passato: Esempi: Da bambina andavo al parco ogni domenica. Quando viveva a Roma, Paolo mangiava la carbonara una volta alla settimana. Azioni continuate nel passato (inizio e fine non chiari): Esempi: Nel 2005 frequentavo la scuola elementare.
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